Calcolosi urinaria: che cos’è, perché si forma, perché fa così male, come curarla e come prevenirla?
Che cos’è?
La calcolosi urinaria è una malattia causata dalla formazione di “aggregati di sali minerali” che si formano nelle cavità renali. Questi aggregati possono essere di varie dimensioni, dalla “sabbietta”alla formazione di vere e proprie “pietre” di alcuni millimetri fino a raggiungere dimensioni notevoli (calcolosi a stampo). La calcolosi urinaria è una patologia molto diffusa; in Italia colpisce il 15-20% della popolazione, con differenze da regione a regione.
Perchè si forma?
La causa della formazione dei calcoli renali è, in molti casi, ancora parzialmente sconosciuta: si ipotizza che alcuni sali normalmente presenti nelle urine, a causa di un’eccessiva concentrazione, precipitando, diano origine ai calcoli renali. Diversi fattori possono favorire la calcolosi come gli eccessi dietetici, le alterazioni metaboliche, la carenza di fattori protettivi normalmente presenti nelle urine (i citrati), le malformazioni del rene e delle vie urinarie. Dal punto di vista della composizione il calcio è presente in varie forme (ossalato, fosfato) nell’80% di tutti i calcoli; nella restante parte i calcoli possono essere composti da acido urico, cistina o struvite, i cosiddetti calcoli da infezione urinaria, che producono nelle urine una sostanza causa di aggregazione di cristalli di fosfato-ammonio-magnesio.
Perchè fa così male?
Il calcolo si forma nel rene dove può rimanere senza dare alcun dolore. Molto spesso, infatti, i pazienti trovano un calcolo renale durante un’ecografia di controllo eseguita per altri motivi. Invece, se il calcolo scende lungo l’uretere (lo stretto canale che porta l’urina in vescica), questo passaggio può evocare un dolore forte, intermittente, che origina dalla schiena e si sposta lungo il fianco fino alla regione inguinale. Questo dolore è causato dalla dilatazione e dallo spasmo della muscolatura dell’uretere che non riesce a superare l’ostacolo determinato dal calcolo. Va precisato come questo dolore non sia sempre così forte e caratteristico. In alcuni casi “più fortunati”, infatti, può essere soltanto un “fastidio” oppure interressare soltanto una parte dell’addome. In molti casi, però, il dolore può essere così forte da essere paragonato a quello del parto o dell’infarto.
Come curarla?
In caso di sospetta colica renale, una semplice ecografia può identificare la dilatazione delle vie urinarie e, a volte, la presenza del calcolo. In caso di dubbio, una TAC permette quasi sempre di confermare la presenza del calcolo. La comparsa di febbre, spesso preceduta da brividi, è indice di un’infezione delle vie urinarie.
La terapia della colica è innazitutto medica, cioè prevede la somministrazione di antidolorifici/antispastici e di antibiotici nel caso di complicanze infettive. Una volta risolto il fatto acuto, in caso di calcoli di piccole o medie dimensioni (meno di 7 mm), si può anche aspettare, sperando in una eliminazione spontanea del calcolo. Spesso il paziente mantiene una dolenzia o sviluppa alcune altre coliche che possono, però, portare all’eliminazione del “fastidioso ospite”. In caso di calcolosi di dimensioni maggiori o di notevole dilatazione delle vie urinarie, è necessario procedere ad un trattamento chirurgico. Quando è possibile si cerca di procedere con una frammentazione extracorporea a onde d’urto, ormai diventata una pratica ambulatoriale, eseguita con un apparecchio chiamato litotritore: le onde d’urto, opportunamente concentrate sul calcolo, ne provocano la “polverizzazione”. Qualora il trattamento extracorporeo non sia possibile bisogna procedere con manovra endoscopiche, cioè tecniche che permettono di andare ad operare dentro le vie urinarie (ureteroscopia) e di rompere i calcoli. Calcoli molto grandi possono anche essere trattati passando dal rene, cioè “pungendo” preliminarmente il rene per accedere alle vie urinarie (nefrolitotomia percutanea). Prima o dopo questi interventi endoscopici vengono generalmente posizionati dei cateterini o stents ureterali che permettono di garantire il drenaggio delle urine evitando al paziente di avere coliche dovute al passaggio dei frammenti litiasici.
Come prevenirla?
• Un’alimentazione corretta è la ‘prima cura’ per la prevenzione dei calcoli renali, in quanto la composizione delle urine è direttamente correlata alla dieta.
•Bere acqua: Nel trattamento di tutti i tipi di calcolosi renale è consigliato un consumo di acqua di circa 2 litri nelle 24 ore. L’acqua dovrebbe essere distribuita nel corso di tutta la giornata e anche nelle ore notturne, in caso di risveglio. Un maggiore apporto di liquidi è indicato nei periodi estivi e in presenza di attività fisica.
• Modifiche dietetiche: Per calcoli di ossalato di calcio una dieta normocalorica a basso contenuto di sale, proteine animali, zuccheri e ossalati (spinaci, rabarbaro, bietola, barbabietole rosse, nocciole, tè, cioccolato, frutti di bosco).
Per calcoli da acido urico impostare una dieta con un apporto calorico controllato e una riduzione del quantitativo di carni di origine animale.
• Assumere farmaci: Si possono utilizzare specifici farmaci che riducono la eliminazione urinaria di calcio, o di acido urico, o di cistina o di altri elementi che possono essere responsabili di calcolosi.
• Attività fisica: una regolare attività fisica favorisce un regolare metabolismo corporeo. Attenzione agli sport che determinano abbondante sudorazione con disidratazione.
• Controlli medici: nonostante tutte le avvertenze fin qui descritte spesso i pazienti che sono andati incontro a coliche renali tendono a riformare calcoli. Controlli medici regolari basati sul colloquio, sulla visita e sull’esecuzione di un’ecografia ogni 6 mesi circa possono essere utili per ridurre il rischio di coliche renali.