Quando i muscoli del pavimento pelvico si indeboliscono, a causa di una predisposizione genetica, o dell’età o dei parti, essi non esercitano più la funzione di sostegno degli organi pelvici. Ne derivano disturbi di natura anatomica dovuti alla discesa degli organi pelvici verso il basso con conseguenti prolasso della vescica (cistocele), dell’utero (isterocele), della volta vaginale in donne sottoposte ad asportazione dell’utero o del retto (rettocele) che possono associarsi a disturbi di natura funzionale quali l’incontinenza urinaria e/o fecale, la defecazione ostruita e la dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali). Ovviamente, trattandosi di una malattia generale del pavimento pelvico, tali problematiche possono sommarsi creando quadri di prolasso combinato (ad esempio cistorettocele) o di prolasso pelvico completo.
Si tratta di una problematica frequente. Infatti, circa il 30-40% delle donne soffre di prolasso pelvico. Fattori di rischio sono rappresentati dall’età (più comune dopo i 40 anni), dai parti (particolarmente in caso di molte gravidanze, parti travagliati e neonati di grosse dimensioni), menopausa (riduce i livelli di estrogeni, che aiutano a rinforzare i muscoli ed i legamenti), chirurgia pelvica (indebolisce le strutture di sostegno all’interno del bacino) e sforzi fisici reiterati In caso di prolasso la donna può avvertire un senso di peso pelvi-perineale e/o dolore perineale. Inoltre, nei casi più severi, la paziente può apprezzare la presenza di una massa che fuoriesce dalla vagina.
La diagnosi di prolasso vaginale si basa sull’ anamnesi e la visita uro-ginecologica. Nei casi più gravi possono essere richiesti ulteriori accertamenti come l’ecografia e le prove urodinamiche.
Non sempre il prolasso pelvico va operato. Nei casi di lieve prolasso può essere intrapresa una terapia non chirurgica, basata su:
e continua a peggiorare nonostante l’ impiego di trattamenti conservativi, è opportuno proporre una terapia chirurgica. Esistono diverse tecniche disponibili a seconda del tipo di prolasso, la gravità del problema e la preferenza del chirurgo. Oggi le tecniche più utilizzate prevedono un approccio vaginale anche se vengono eseguiti interventi correttivi anche per via laparoscopica e laparotomica (incisione addominale tradizionale). Questi interventi richiedono una degenza di pochi giorni e portano ad una guarigione del prolasso in un’alta percentuale dei casi.
Prevenzione del prolasso. E’ consigliabile per le donne che presentano un rischio aumentato di sviluppare un prolasso svolgere regolarmente gli esercizi di contrazione del pavimento pelvico (esercizi di Kegel), evitare di sollevare pesi e mantenere il peso forma.
Corso Italia 29/4,
17100 Savona (SV)
Villa Montallegro,
Via Monte Zovetto 27, 16145 Genova (GE)
+39-3713109549
info@urologiagallo.it