La Prostatite
La CPPS può essere di tipo infiammatorio (categoria IIIa) o non infiammatorio (categoria IIIb). Nel primo tipo, le urine, lo sperma o il liquido seminale contengono globuli bianchi mentre, nel secondo tipo, essi non sono presenti.
Gli individui affetti da CPPS hanno una maggiore probabilità di soffrire della sindrome da fatica cronica e di sindrome del colon irritabile rispetto alla normale popolazione. I livelli di PSA possono essere elevati sebbene non sia presente una neoplasia.
Dal punto di vista terapeutico, sono consigliabili delle tecniche di rilassamento, fisioterapia e biofeedback del pavimento pelvico ed esercizi di stretching che aiutano ad ottenere un maggiore rilassamento del pavimento pelvico. Inoltre, c’è una lunga lista di farmaci adottati per trattare questa sindrome. Gli alfa bloccanti sembrano avere un leggero effetto migliorativo sulla sintomatologia ostruttiva in soggetti affetti da CPPS; numerosi fitoterapici (serenoa repens, quercetina, estratto di polline) e la mepartricina vengono generalmente utilizzati con discreto beneficio. Inoltre, in casi severi, farmaci neurologici come gabapentin e amitriptilina possono essere somministrati, dopo valutazione neurologica.
Negli ultimi anni la prognosi per la CPPS è migliorata notevolmente con l’avvento di terapie multimodali, sostanze fitoterapiche e protocolli mirati al rilassamento della tensione muscolare e al controllo dell’ansia.
Categoria IV: prostatite asintomatica
I soggetti non riferiscono disturbi genitourinari, ma leucociti o batteri vengono notati durante esami effettuati per altri scopi (biopsie o check up).
La diagnosi avviene a seguito di analisi di laboratorio su urine o sperma.
Non è necessario alcun trattamento, nonostante ciò viene adottata una terapia standard per soggetti affetti da infertilità. Tale terapia si basa sull’assunzione di antibiotici e/o antinfiammatori nonostante l’evidenza che la loro efficacia sia debole.