Lun - Ven 09.00 - 20.00 +39 3713109549info@urologiagallo.it

L’incontinenza urinaria, quella fastidiosa perdita.

L’incontinenza urinaria è una involontaria perdita delle urine, che determina una compromissione della qualità della vita. Si tratta di una disturbo frequente, con una prevalenza tra il 20% e il 40% delle donne.
E’ importante distinguere diverse forme di incontinenza.

Incontinenza da sforzo.

E’ la perdita di urina sotto colpi di tosse, starnuti, deambulazione, sollevamento di pesi o comunque correlata ad improvviso aumento della pressione intra-addominale; rappresenta la forma più comune di incontinenza urinaria, costituendo circa il 50-60% dei casi.

Tra i fattori di rischio alcuni sono correlati a situazioni fisiologiche (gravidanza, parto, puerperio, menopausa, senescenza) altri ad eventi patologici (esiti di chirurgia pelvica, carenze ormonali e farmaci, neuropatie e connettivopatie, patologie infiammatorie dell’uretra, vizi di postura del rachide e del piccolo bacino, obesità, ascite, bronchite cronica).

Incontinenza da urgenza.

E’ la perdita di urina associata a intenso stimolo minzionale che la paziente non riesce a rinviare; rappresenta il 30% dei casi di incontinenza urinaria. Nella maggior parte dei casi si tratta di un disturbo idiopatico, cioè che non trova una spiegazione (iperattività detrusoriale) mentre in una minor parte è correlata a patologie neurologiche (sclerosi multipla, morbo di Parkinson, demenza senile), flogosi, ostruzioni cervico-uretrali da prolasso uro-genitale o post-intervento chirurgico, calcolosi o neoplasie vescicali.

Incontinenza mista. 

E’ la coesistenza dei due tipi. Si verifica nel 10%-20% dei casi.

Come si fa diagnosi di incontinenza urinaria?

Il colloquio e la visita sono fondamentali per capire che tipo di incontinenza dobbiamo trattare. Tipicamente la paziente con incontinenza da sforzo riferisce perdite di urina durante i colpi di tosse o gli starnuti mentre la paziente affetta da urgenza riferisce di avvertire lo stimolo minzionale e di dover correre a urinare senza perdere nemmeno una goccia durante gli sforzi fisici. Molto spesso la sintomatologia è sfumata o mista e può essere più difficile capire il tipo di incontinenza prevalente. L’esame obiettivo generale e l’esplorazione vaginale sono fondamentali per escludere patologie di carattere generali o per individuare problematiche genitourinarie (ad esempio ipermobilità uretrale, prolassi, forme infiammatorie).

Quali terapie? Bisogna sempre operare?

Esistono numerose terapie dell’incontinenza e la maggior parte di esse non sono chirurgiche.

Stile di vita ed esercizio fisico.

Mantenersi in forma con un’alimentazione sana e un regolare esercizio fisico può contribuire ad un benessere generale e ad un miglioramento del tono della muscolatura del pavimento pelvico.

Rieducazione pelvica.

La terapia riabilitativa (esercizi di Kegel, coni vaginali a pesi crescenti) prevede esercizi specifici associati ad elettrostimolazione con lo scopo di rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico e lo sfintere urinario. Risulta utile nelle forme di incontinenza da stress o nelle forme di prolasso lieve.

Terapia farmacologica.

I farmaci contro l’incontinenza da sforzo (duloxetina) servono ad aumentare il tono e la forza muscolare dello sfintere urinario. Possono trovare uno spazio nelle forme di incontinenza lieve anche se devono essere assunti sempre in quanto, alla loro sospensione, l’incontinenza urinaria tende a ripresentarsi. La terapia ormonale può essere suggerita alle donne che hanno raggiunto la menopausa per aumentare il tono muscolare e il trofismo dei tessuti vaginali. I farmaci utilizzati per trattare le forme di incontinenza da urgenza (anticolinergici e mirabegron) sono molto efficaci nel ridurre le contrazioni della muscolatura vescicale che determinano l’improvviso stimolo e la perdita di urina.

Terapie chirurgiche

ll trattamento dell’incontinenza da sforzo può richiedere un intervento chirurgico. Oggi, le tecniche più utilizzate sono quelle mini invasive rappresentate da iniezioni periuretrali di “bulking agents” (cioè sostanze che tendono a tenere chiuso il collo vescicale), palloncini periuretrali, e posizionamento di sling sub uretrali (cioè delle benderelle posizionate “ad amaca” sotto all’uretra in modo da impedirne lo scivolamento verso il basso. Questi interventi vengono eseguiti in anestesia spinale e richiedono pochi giorni di degenza. Tra di essi, il posizionamento degli sling sub uretrali fornisce un’alta percentuale di successo (superiore al 90%) nel lungo termine. In rari casi vengono richiesti interventi più invasivi e complessi come il posizionamento dello sfintere artificiale.
Per quel che riguarda il trattamento dell’incontinenza da urgenza, la prima scelta è sempre affidata alla terapia farmacologica con buoni risultati. Tuttavia, in alcuni casi, possono essere proposti dei trattamenti più complessi come la neuromodulazione sacrale (impianto di un elettrocatetere collegato ad un generatore di impulsi che trasmette una leggera stimolazione ai nervi sacrali) e l’iniezione della tossina botulinica all’interno della parete vescicale.

Ultimi video

Le onde d’urto in andrologia (e non solo)
Settembre 5, 2022
Interventi e deficit erettivo
Novembre 23, 2020
Le coliche renali
Novembre 23, 2020

Studi Urologia Gallo

Corso Italia 29/4,
17100 Savona (SV)

Villa Montallegro,
Via Monte Zovetto 27, 16145 Genova (GE)

+39-3713109549
info@urologiagallo.it